«Ho un punto di vista diverso da tutti gli altri perché sono il papà di Giulia: sentire certe cose mi ha fatto male. Forse si poteva dire la stessa cosa con altre parole, forse è mancata un po’ di sensibilità». Queste le parole di Gino Cecchettin, il padre di Giulia, rilasciate ai microfoni di “Zona Bianca” –il talk condotto da Giuseppe Brindisi in onda questa sera in prima serata su Retequattro – in merito alle motivazioni della sentenza di condanna per Filippo Turetta, che hanno escluso dalle aggravanti quella della crudeltà e dello stalking.
Poi aggiunge: «Questo è il mio percepito, sono ignorante in giurisprudenza e non posso dare un giudizio legale. Rispetto la sentenza però, non so perché, ho sofferto ancora. Soprattutto perché è riferito a quel momento di vita di Giulia che più mi fa male, che ancora faccio fatica ad affrontare: fa riferimento a quei venti minuti con cui io non ho ancora fatto i conti appieno, ogni volta che provo a pensarci da genitore sto malissimo».
Alla domanda se la famiglia non si arrenderà a questa sentenza, Gino Cecchettin spiega: «Anche in questo caso penso che sia lecito chiedere la crudeltà e lo stalking. Ci penseranno gli avvocati».