Martedì 16 aprile, in prima serata su Italia1, nel nuovo appuntamento con “Le Iene” il servizio di Nicolò De Devitiis che, dopo aver trascorso due giorni e due notti insieme a Emma, ne delinea un profilo assolutamente inedito. La cantante, tra le più apprezzate del panorama musicale italiano attuale, si lascia andare a racconti intimi sulla malattia che ha vissuto e sconfitto, sulla recente morte del padre e riflette sul tema della fecondazione assistita.
Emma comincia raccontando il periodo in cui fece il provino della trasmissione che l’ha resa nota al grande pubblico: «Il provino di Amici come andò? Malissimo. Io ero in una fase difficile, complicata. Stavo ancora recuperando fisicamente dal primo cancro che mi aveva colpito in quel periodo; quindi, avevo anche un po’ perso la speranza e la fiducia, nella vita, in generale. Come l’ho scoperto la prima volta? Una mia amica, una collega di lavoro, doveva fare una visita ginecologica e mi aveva chiesto di accompagnarla. Una volta lì mi aveva proposto di fare la sua stessa visita, assicurandomi la bravura della dottoressa. L’ho vista cambiare colore in viso e da lì è stato un inferno. La cosa che mi ha traumatizzata e che mi ha fatto più male è stato vedere i miei genitori completamente distrutti. Se ho mai avuto paura di morire? Sì. Quella situazione si è presentata tre volte. Ho fatto l’intervento in cui ho perso definitivamente le ovaie».
Poi parla della fecondazione assistita, rispondendo alla domanda di De Devitiis che le chiede se ha congelato i suoi ovuli. «No, non ho fatto in tempo perché non c’era più speranza ma potrei ancora poter avere figli. Ho l’utero. Però viviamo in un Paese in cui, purtroppo, le donne single non possono avere figli attraverso la fecondazione assistita senza la presenza di un compagno. La trovo una stron**ta enorme. Io ho 39 anni e tutti gli strumenti per essere madre: economici, psicologici, sostegno della famiglia, ma siccome non ho un compagno non posso avere il diritto di diventare madre. Mi piacerebbe diventare madre sapendo che tutte le donne potrebbero averne diritto, non mi piace pensare che sia sempre e solo una questione economica».
Con l’inviato parla della sua infanzia: «A Natale al sud tutti i bambini salgono sulla sedia e dicono le poesie per prendere i soldi, io no. Piuttosto senza soldi, ma mi vergognavo a fare questa roba della sedia». Quindi di suo padre, purtroppo venuto a mancare a causa di una leucemia, il primo a spronarla nel canto: «Le cose più divertenti e allucinanti della mia vita le ho fatte con mio padre. Io e lui uscivamo a bere e finiva tipo a quattro gin tonic a testa, non riuscivamo a tornare a casa a piedi! Quando, una volta, siamo tornati a casa, mia mamma ci ha fatto un c**o a tutti e due. Ci sono giorni in cui non riesco a guardarlo (nei suoi video, ndr.) perché sto male».
Emma racconta dell’accaduto, rivivendo il giorno in cui è successo: «È successo un anno e mezzo fa. E tutti i giorni muore mio padre, tutti i giorni mi sveglio e dico “ah ca**o, mio padre è morto!”. Ero sul divano, squilla il telefono ed era mio fratello. Io avevo capito tutto, subito. Sentivo le urla di mia madre e mio fratello che faceva “Chicca torna a casa che papà non c’è più” e poi, vabbè, l’inferno. Non mi sono potuta godere nemmeno i funerali perché purtroppo arrivava la gente con i telefonini accesi, con i video. È stato tremendo. La cosa che mi ha fatto strano è stato quello che mi ha detto quando sono partita. Mi ha guardata e mi ha detto “Mi raccomando, ogni lasciata è persa” e ho risposto “Papà ma tra quarantott’ore sto a casa”, e lui: “Sì, sì, ma tu ricordati questa cosa che ogni lasciata è persa”. Quindi ora non me ne fo**e proprio, di niente. Io faccio tutto quello che voglio adesso».