“Le Iene presentano: Inside” “Serena Mollicone: non è ancora finita”

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Domani, giovedì 21 novembre, in prima serata, su Italia 1,nuovo appuntamento con “Le Iene presentano: Inside”, lo spin-off de “Le Iene” ideato da Davide Parenti.

La settima puntata, dal titolo “Serena Mollicone: non è ancora finita” è l’inchiesta di Veronica Ruggeri e Alessia Rafanelli interamente dedicata al delitto di Arce, il paesino in provincia di Frosinone in cui venne uccisa la giovane Serena Mollicone.

Dopo ventitré anni e due processi per trovare il colpevole della morte della ragazza, non è ancora emerso nessun nome.

Gli imputati, Marco Mottola – figlio dell’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, ai tempi dell’omicidio comandante della stazione di Arce -, suo padre Franco e sua madre Annamaria, sono stati assolti e giudicati innocenti sia in primo che in secondo grado.

L’inviata torna a parlare del caso con la testimonianza inedita di un uomo che non ha parlato al processo, ma che potrebbe rivelare dettagli importanti sull’intera vicenda. Nella puntata, inoltre,l’analisi che ricostruisce dettagliatamente gli accadimenti e i dubbi che le due sentenze non sono riuscite a sciogliere; le parole di Gaia e Luana Sofia, cugine della vittima, e i punti di vista alternativi dei giornalisti Pino Rinaldi e Angela Nicoletti.

I fatti:

Nel giugno del 2001 Serena Mollicone venne trovata morta in un bosco. Secondo l’accusa, a seguito degli accertamenti del RIS svolti quasi vent’anni dopo i fatti, fu comprovato che l’omicidio avvenne all’interno della caserma dei Carabinieri di Arce, dove la ragazza entrò e non ne uscì più in vita.

La ragazza non fu l’unica vittima di questa storia. L’11 aprile del 2008, in una diga, un posto piuttosto isolato, venne ritrovata una macchina dove giaceva il cadavere di Santino Tuzi, un brigadiere che indagò proprio sul caso di Serena. A seguito delle prime analisi venne stabilito che si trattò di un suicidio a causa di una presunta depressione. Eppure, quella scena apparve da subito strana: dalla pistola di Santino mancavano due colpi, ma nel suo corpo ne venne trovato solo uno.