Nicolò De Devitiis ha raggiunto Il Volo a Parigi, in una delle tappe del tour europeo, per conoscere Piero, Gianluca e Ignazio al di fuori del trio e scoprire qualcosa di più sul rapporto che li lega. Il gruppo è stato creato a tavolino in un programma televisivo, quando i tre avevano solo 14 anni. Da allora sono artisticamente inseparabili. Ma cosa pensano realmente l’uno dell’altro?
Il servizio completo andrà in onda stasera, martedì 28 gennaio, in prima serata, su Italia 1.
Una volta sistemati in hotel, Nicolò è con Piero intento a prepararsi per la sua corsetta quotidiana. Il cantante dice che per chi, come loro, prende un aereo al giorno, farlo è un’opportunità: “L’unico modo per visitare le città”. Quando parla del trio confessa che una delle critiche che ricevono più di frequente in Italia è di fare un genere di musica che non piace ai giovani. Poi, pensando a quando da bambino ha cominciato a cantare, dice è stato il nonno a capire la sua natura.
Ignazio lo aspetta nella sua stanza, lontano dai rumori e dalla socialità perché, dice: “Vivere 15 anni insieme quasi tutti i giorni non è facile, è fondamentale avere i propri spazi.”
Con Gianluca parla delle sue abitudini, tra meditazione, skincare e letture: “Non è la cura del corpo a determinare la virilità, ma la sensibilità, la profondità d’animo, la propensione all’ascolto.”. Poi, continua: “Secondo me tra di noi ci sono anche delle cicatrici antiche … All’inizio Ignazio e Piero stavano sempre insieme, essendo entrambi siciliani, parlavano la stessa lingua, io ero un po’ emarginato, per questa cosa mi sono sentito molto solo. Con Ignazio non vado molto d’accordo per una questione caratteriale, non perché non ci vogliamo bene. Lui ogni tanto si chiude in sé stesso e io invece vorrei parlare”. Quando De Devitiis gli fa notare che lo vede commosso nell’affrontare questo discorso, lui risponde: “Gli voglio bene più di quanto pensano”.
Arriva il momento di andare in scena, in un teatro strapieno e un pubblico entusiasta. Poi di nuovo tutti in hotel, dove Piero si lascia andare a qualche confessione intima: “…A vent’anni ci siamo divertiti molto…ora a 30, 31 anni è cambiato tutto. Ora non me la sento di finire un concerto e conoscere una persona, trascorrere un paio d’ore ed è finita. La mia paura è quella di non riuscire a costruire una famiglia.”.
Il giorno dopo li attende un volo per Sofia, per un’altra tappa del tour.
In merito alla notizia di aver vandalizzato una camera d’hotel, uscita qualche anno fa su alcune testate giornalistiche, Nicolò chiede a Piero di fugare ogni dubbio: “È stato per un problema di moquette nella stanza, ma siamo andati via senza dire niente e il proprietario ha fatto uscire questa notizia falsa.” Per questo, lo porta in una delle rage room, ossia una di quelle stanze che vengono affittate per essere distrutte.
Anche Ignazio, che aspetta la Iena per cena, si lascia andare a racconti privati: “Sono cresciuto in fretta, a cinque anni aiutavo mia sorella a mandare avanti la casa, nostra madre era malata.”. “L’anno scorso sono arrivati degli attacchi di panico, nonostante avessi tutto quello che desideravo, lavoro, moglie, ora ho imparato a conviverci. So che la mia vita è stupenda e non mi manca niente, capisco che è solo un momento e vado avanti”. A colazione parla dei problemi che ha avuto con il suo peso: “C’è stato un periodo che mi sentivo sbagliato e mi sono detto che dovevo fare qualcosa per me. Da lì ho iniziato un percorso che mi ha portato a sentirmi più sicuro, anche se oggi quella sicurezza non c’è mai.”
Nicolò li saluta con un’ultima domanda: “Ma in sincerità, siete più amici o colleghi?”. “Fratelli”, rispondono all’unisono.