«La gente che scappava, si nascondeva negli ambulatori, nelle stanze, prendeva l’ascensore pur di nascondersi e lui che scendeva le scale con questo coltello in mano aperto che mi fissava. È stata una scena da film horror».
Queste le parole della giovane ventiduenne vittima dell’aggressione da parte del suo ex fidanzato, avvenuta all’ingresso della clinica Città Studi di Milano, dove la ragazza stava andando per un colloquio di lavoro, pronunciate oggi in esclusiva a Ilaria Dalle Palle, in un collegamento in diretta con Pomeriggio Cinque – il programma condotto da Myrta Merlino su Canale 5.
«Avevo una visita poiché mi dovrebbero assumere a partire dall’inizio del mese di maggio. Nei messaggi che siamo scritti durante il pomeriggio lo sentivo alterato e dal modo in cui scriveva avevo intuito che forse aveva anche un po’ bevuto, quindi ho detto: “ci becchiamo, almeno parliamo civilmente, cerco di calmarti perché sei evidentemente alterato” – racconta la giovane – Ma quando ci siamo incontrati era…non si reggeva in piedi, puzzava da morire di alcol, sbiascicava, continuava a ridere senza motivo…era proprio difficile parlargli. Ho fatto la visita e nel momento in cui siamo usciti lui continuava a ripetere “io quello lo devo ammazzare, quello lo devo ammazzare”, al medico che mi ha visitata, ipotizzo perché mi avesse visitata, lui essendo sempre stato molto geloso era infastidito che mi avesse toccata, spogliata… ha iniziato a delirare nel momento in cui io cercavo di calmarlo, lui mi ha afferrato e ha iniziato a strattonarmi, poi non ricordo bene cosa è successo, mi sono solo ritrovata a terra».
E, continua: «Non ho chiesto tanto aiuto in modo diretto ma ho iniziato a urlare in modo che le persone mi sentissero perché nel momento in cui ho capito che mi stava per aggredire, avevo paura che nessuno reagisse. Lui era accasciato a terra, accanto a sé c’era una donna che stava chiamando la polizia al che ho iniziato a vedere che lui iniziava a mettere la mano nella tasca e ha tirato fuori un coltello. Io ho urlato “ha un coltello”, un signore gli si è messo addosso per cercare di disarmarlo, mi ricordo che era riuscito a placcarlo contro un muro e le altre persone mi hanno aiutato a scappare dentro la clinica. Non ci credevo, ho detto cioè questo sangue lo ha provocato lui.
Alla domanda se fosse già stato violento con lei, la vittima risponde: «qualche volta è successo ma non fino a questo punto. Ogni tanto è successo che magari mi mettesse qualche mano addosso, che avesse tentato di strangolarmi. Se ci sono state delle volte che mi ha violentato? Sì, molte volte, gli dicevo semplicemente “Daniele, non ho più voglia, lasciami stare”. A lui non fregava, se non fosse per loro, i miei angeli custodi, a quest’ora non sarei neanche più qui».