MILANO. Dal 24 febbraio al 30 giugno 2024, per la prima volta Palazzo Reale celebra il talento del pittore pugliese Giuseppe De Nittis esponendo in una mostra monografica circa 90 dipinti, tra oli e pastelli, provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private, italiane e straniere – tra cui il Musée d’Orsay di Parigi e gli Uffizi di Firenze – oltre allo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e ad una selezione dalla Pinacoteca di Barletta, creata grazie al lascito della vedova, (imago) Lèontine, che il pittore sposo in Francia a soli 25 anni.
La mostra, a cura di Fernando Mazzocca e Paola Zatti, intende esaltare la statura internazionale di un pittore che ha rappresentato insieme a Boldini e Zandomeneghi, il trio dei più ammirati pittori italiani a Parigi, dove riuscendo a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti – con cui ha saputo condividere, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità.
Gli artisti francesi e De Nittis – che si è sempre sentito profondamente parigino di adozione – hanno affrontato gli stessi temi: il paesaggio, il ritratto, e la rappresentazione della vita moderna.
Quest’ultimo soggetto è stato catturato da De Nittis a partire dalle suggestioni dategli dalle due metropoli che frequentò maggiormente, e che in quegli anni erano fondamentali come capitali europee dell’arte: Parigi e, in misura assai minore, Londra.
La Francia attraversava il periodo tragico e turbolento della caduta dell’ Impero napoleonico, la sconfitta di Sedan eppure attraverso i valori artistici era la vera capitale del Continente. Londra, al contrario, viveva nella calma prosperità della Regina Vittoria.
Con gli Impressionisti condivise la mostra allo studio Nadar nel 1874 che per tradizione viene considerata la culla del movimento.
Pochi anni dopo, fu addirittura insignito dela Legione d’ onore, un grande privilegio per uno straniero poco più che trentenne e senza titoli accademici. Considerato che Il suo carattere ribelle lo fece espellere dall’ Accademia di Belle Arti di Napoli.
In una straordinaria pittura en plein air, l’artista di Barletta è riuscito a rappresentare i luoghi privilegiati della modernità, fulcro del percorso espositivo che si sviluppa lungo un arco temporale di vent’anni – dal 1864 al 1884 – ricostruendo un’avventura pittorica assolutamente straordinaria, conclusasi prematuramente con la sua scomparsa a
soli 38 anni di età.
Palazzo Reale di Milano
orario :da martedì a domenica h.10/19,30. il giovedì orario prolungato sino alle 22,30
biglietti da 17, 15 e13€.
Catalogo Silvana Editoriale