FMR presenta il Numero 4. Il Numero d’inverno, stagione delle Feste e delle notti stellate più lunghe dell’anno, si popola di scintillii e di vita, annunciati dalla cascata di luce che fiammeggia in copertina: le raffinatezze di un amore settecentesco e il barbagliare dell’oro cinquecentesco, il nobile dinamismo di rapidi destrieri, il ricco pullulare di civiltà nelle isole orientali e l’opulenza dell’orientalismo ne sono i protagonisti.
Il Numero si apre con un pezzo del Premio Nobel Orhan Pamuk, che porta sulle pagine di FMR la fotografia di Dayanita Singh; completano le rubriche d’apertura un’asta parigina letteralmente imperiale raccontata da Massimo Navoni e il libro d’artista rarissimo di Otto Czeschka, I Nibelunghi, gemma bibliofila in cui le immagini Jugendstil accompagnano un dettato fiabesco. Questo capolavoro della bibliofilia del Novecento è commentato da Stefano Salis.
Alla fiaba è ispirato anche il ciclo di Vittorio Zecchin Le Mille e una notte, d’inizio Novecento, uno straordinario repertorio di matrice simbolista che questo grande maestro del vetro ha reso in pittura, e che in questo numero della rivista viene mostrato e raccontato finemente dallo storico dell’arte Giorgio Villani.
Un simile dialogo interessa un altro secolo, che si mostra al lettore sotto due aspetti molto diversi: Antonio Filipe Pimentel, direttore della ricchissima pinacoteca della Fondazione Gulbenkian di Lisbona, descrive la storia dei cenotafi degli Asburgo eretti nel Cinquecento all’Escorial, superbamente fotografati per FMR da Giovanni Ricci-Novara; nell’articolo successivo, di Giorgio Antei, viene invece raccontato e ampiamente illustrato un affascinante manoscritto – il Codice Boxer – dalle movimentate vicende, che ci porta nelle isole dell’oceano Indiano da poco colonizzate dalla Spagna.
Andrew Graham-Dixon, celebre storico dell’arte, traccia poi un penetrante profilo di George Stubbs, ritrattista di cavalli nell’Inghilterra del Settecento, mentre Benedetta Craveri offre un’elegante narrazione di un amore nella Francia prerivoluzionaria dipanatosi attraverso il collezionismo.
FMR è un dono per ogni stagione: regalare l’abbonamento significa dedicare un pensiero particolare destinato a ripetersi nel corso dell’anno e, come scrive Laura Casalis nel suo editoriale, “l’abbonamento a FMR ha quel punto giusto di esclusività, di esotismo e preziosità che conviene ai doni e che anche il pepe aveva quando lo portavano i velieri dall’Oriente”.
FMR è pubblicata in due edizioni, italiana e inglese, quattro volte all’anno. È un caso unico di rivista-libro che nasce per essere collezionata e conservata negli eleganti astucci riservati agli abbonati.
Gli appassionati e i sostenitori della rivista possono sottoscrivere l’abbonamento in qualunque mese: è valido per tutto l’anno in corso e comprende i quattro numeri previsti in uscita nell’anno corrente. Consente anche di diventare socio del Club Franco Maria Ricci, la cui tessera gli garantisce anche l’ingresso gratuito al Labirinto della Masone.