“Quarta Repubblica” – il talk condotto da Nicola Porro in prima serata su Retequattro – andrà in onda un’intervista inedita a Dan Kopla, un ragazzo israeliano di 33 anni, tecnico informatico e tifoso del Maccabi Tel Aviv che è stato vittima della violenza antisemita nella notte di giovedì 7 novembre ad Amsterdam, in occasione della partita Maccabi Tel Aviv contro Ajax.
Dan Kopla ripercorre quanto successo quella notte: «Io ero uno dei primi a uscire dalla Stazione Centrale ed ero proprio nella prima ondata dei vari tifosi che sono usciti. Lì c’erano delle persone, due in particolare, vestite di nero che picchiavano gli altri e dopo dieci secondi ero circondato da altre 5-7 persone – non so dirlo esattamente perché è capitato tutto davvero in modo molto rapido – che stavano cercando di colpirmi per farmi cadere. Mi hanno tirato dei calci, dei pugni. Ho visto tante altre persone che venivano colpite a terra, che venivano umiliate e derubate».
Alla domanda se è intervenuta in loro soccorso la polizia, Dan Kopla spiega: «Che cosa è la polizia ad Amsterdam? Non c’è alcuna polizia ad Amsterdam, assolutamente no. Magari ci poteva essere qualche pattuglia, qualche sirena che si sentiva ma Israele e i tifosi israeliani sono rimasti praticamente da soli. L’unica cosa che potevamo fare era fuggire da lì. Ci sono gli ultras del Maccabi, i cosiddetti “fanatici”, che hanno cercato di scappare ma solo loro sono stati in grado di difendersi. Credo che abbiano lasciato volutamente le strade, parlo della polizia».
Dan Kopla non ha dubbi sul fatto che si tratti di un’aggressione organizzata preventivamente: «Certamente, senz’altro era organizzato. Secondo i servizi segreti israeliani ci sono stati altri che hanno partecipato, dalla Germania e da altri Paesi. Non è qualcosa che vediamo semplicemente come video su TikTok o su Facebook in cui le persone si arrabbiano e c’è una reazione. È un pogrom contro Israele che avviene sulle strade. Invece quello che abbiamo visto sono state ossa e denti rotti, colpi. Non posso immaginare questo evento se non come antisemita. La cosa peggiore è stata quando ho cercato di scappare via e ho iniziato a correre: a un certo punto ho visto un ragazzo di 15-17 anni che veniva bullizzato e colpito da due arabi. Questo ragazzo stava piangendo e gridando, chiedendo aiuto. Diceva: ‘Aiutatemi! Aiutatemi!’. La cosa ancora più terrificante è stato il momento in cui ha smesso di gridare ed è rimasto in silenzio. Era stato certamente colpito a sufficienza: fino a poco prima poteva parlare; invece, a un certo punto, non ha nemmeno più potuto parlare. Per me è stato un evento drammatico e particolarmente spaventoso. Le persone si buttavano nel fiume, nella notte, ad Amsterdam, a cinque gradi pur di scappare. Le persone cercavano di nascondersi persino dentro il fiume. Questo è un evento successo 86 anni dopo la famosa Notte dei Cristalli. Non abbiamo ancora imparato la lezione. Tutti i pezzi di questo puzzle sono di fronte a voi e l’Europa ne è cosciente. Noi viviamo insieme a loro, non potete prenderci in giro e farci credere un’altra cosa perché li vediamo e sappiamo che stanno aspettando voi perché per la legge della Sharia potete uccidere vostra madre, vostra moglie o vostra figlia. Cosa gli impedisce di uccidere voi, il vostro pubblico?».
Sulla descrizione delle persone che lo hanno assalito, Dan Kopla ricorda: «Erano arabi musulmani».
Dan Kopla ammette: «Non mi sentirò mai più al sicuro in Europa».
Infine, Dan Kopla chiosa citando il teologo Martin Niemöller per lanciare un messaggio all’Europa e all’Italia (“Prima vennero per i socialisti, e io non dissi niente, perché non ero socialista / Poi vennero per i sindacalisti, e io non dissi niente, perché non ero un sindacalista / Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi niente, perché non ero ebreo / Poi vennero a prendere me, e non c’era più nessuno a protestare per me”, ndr).