A “Pomeriggio Cinque News” – il programma condotto da Simona Branchetti su Canale 5 – in esclusiva, l’intervista in diretta a Stefano Ruocco, fratello di Sergio, il compagno di Sharon Verzeni, la ragazza uccisa a Terno d’Isola la notte tra il 29 e 30 luglio.
Voi avete un’idea di chi possa aver ucciso Sharon? Una ragazza dalla vita, fino ad ora scandagliata in ogni angolo, dalla vita specchiata.
«Finora non ci siamo fatti nessuna idea di chi potrebbe essere colpevole. Ipotizziamo che potrebbe essere una persona che magari la cercava al bar ma più di questo non sappiamo».
C’è qualcuno che gli ha fatto delle avance non gradite secondo voi?
«Presumiamo questo. Sergio non so cosa pensa, probabilmente non sa cosa pensare. In questo momento qua, ci sono troppi pensieri. Non è in grado di capire».
Cosa vi ha detto confidenzialmente in queste tre settimane? Che cosa vi siete detti su quello che può essere accaduto. Lui quella notte era lì, quella mattina si è svegliato senza di lei.
«Ci siamo detti gran poco perché ci siamo visti pochissimo. Lui si è svegliato senza di lei perché è stato prelevato dai carabinieri a tarda notte. Non sapeva niente in quel momento. Si è reso conto della gravità della cosa quando gli è stato detto perché anche lui finché era in caserma non si rendeva ancora conto di quello che era successo veramente».
Prima lei diceva “eravamo contenti perché Sergio finalmente aveva trovato una persona che lo capiva”. Cosa vuol dire? Prima non aveva avuto tante ragazze?
«Sì, perché è sempre stato molto timido e taciturno con le ragazze. Come me, anche io non sono molto bravo con le ragazze. Però aveva trovato la ragazza giusta, che lo capiva e stavano bene insieme. A quanto ne sapevamo noi familiari era l’unico vero amore, almeno tra quelle ragazze che noi abbiamo conosciuto, è stato l’unico grande amore».
Si dovevano sposare ma non avevano ancora fissato una data di questo matrimonio. C’era qualche incertezza?
«A noi non avevamo ancora dato nessuna data, però c’era voce che si stavano preparando. Però non c’era ancora la certezza della data, semplicemente questo».
Questo avvicinamento a Scientology, che adesso sta cominciando ad assumere un peso diverso, quell’avvicinamento a questa associazione organizzazione.
«Non saprei neanche cosa sia, per cui non so come risponderle. Non saprei cosa dirle perché non so nemmeno che gruppo sia. Me ne hanno parlato, ne ho sentito parlare anche dai telegiornali e da Facebook. Loro non si erano avvicinati. Sergio mi aveva detto che hanno provato fare dei corsi, a vedere un po’ cosa era».
“Hanno provato” vuol dire che anche Sergio aveva partecipato a qualche incontro?
«Non lo so, questo non lo so dire. Non so se l’abbia magari accompagnata a vedere».
Ma era una cosa che lo spaventava?
«No, da quello che ho capito sono andati semplicemente a vedere un po’ cosa era, da quello che ho capito. Però, non le so dire se anche Sergio andava queste sedute. Non lo ha spiegato, io non so ancora cosa sia effettivamente. Me lo ha detto dopo che è successo, dopo che ormai Sharon non c’era più».
Secondo tuo fratello Stefano questo avvicinamento a Scientology potrebbe avere in qualche modo condizionato la vita di Sharon?
«No, secondo me no. Assolutamente non può essere una cosa riconducibile alla sua vita. Secondo me era solo una prova, un test per vedere cosa era questa cosa visto che magari i colleghi di lei e andavano a questo gruppo, ma oltre a questo non le so rispondere».
Ma tu cosa diresti alla tua fidanzata di uscire a mezzanotte per andare a camminare da sola nella zona dove Sergio e Sharon abitano?
«Io sono stato pochissime volte anche a casa da loro e la zona mi sembrava molto tranquilla. Però l’orario purtroppo è un orario notturno. Secondo la mia idea ognuno è libero di andare in giro all’orario che vuole, sia all’una del pomeriggio che all’una della notte. Non deve preoccuparsi di queste cose in teoria. Purtroppo, quello che è capitato poteva capitare anche all’una del pomeriggio. Sono sempre le persone che incontri che sbagliano».
Non era una zona particolarmente tranquilla. Il fatto stesso che sono stati ritrovati tanti coltelli vicino alla zona dell’omicidio ci ha lasciato un po’ riflettere su chi potesse frequentare quell’area. Si è detto addirittura che è una zona di spaccio.
«Questo è un dato di fatto. Lo spaccio c’è ovunque, c’è in tutti i paesi. Anche nelle città di montagna con 50 abitanti ci saranno due magrebini o comunque due stranieri che fanno quello sporco lavoro, ma per questo non possiamo condizionare un paese per chi ci vive. Il colpevole è uno, non sono tutti quelli che spacciano o che delinquono. A noi interessa uno: il colpevole di Sharon è uno, non sono tanti».
Tua madre ha detto che è assolutamente convinta che Sergio mai e poi mai avrebbe potuto fare una cosa del genere. Siete una famiglia molto unita e siete tutti convinti davvero che Sergio non possa essere in alcun modo coinvolto.
«No, è impensabile anche perché era talmente gentile e generoso con lei anche perché si trovavano proprio bene. Era una coppia perfetta. Non c’è più niente da spiegare, oltre a questo. Secondo me Sergio non può assolutamente aver fatto una cosa del genere».
Tuo fratello sapeva delle passeggiate notturne?
«Per quanto ne so io, ogni tanto – non sempre – uscivano insieme a fare il giro però verso le 22, 23. Però mio fratello lavorando presto la mattina si deve svegliare presto quindi alla sera va a letto abbastanza presto. Noi sapevamo che ogni tanto uscivano insieme, ogni tanto quando mio fratello non aveva voglia perché era stanco usciva lei da sola ma si faceva il solito giretto. Però così tardi non pensavo, non lo sapevo».
Secondo te Sergio ha paura che gli inquirenti sospettano di lui?
«No, secondo me lui è molto beato e pacifico perché sa di essere innocente».